TERRAMIA - ๐‘๐ˆ๐‚๐Ž๐’๐“๐‘๐”๐ˆ๐‘๐„ ๐‹๐„ ๐‚๐€๐’๐„ ๐„ ๐‹'๐„๐‚๐Ž๐๐Ž๐Œ๐ˆ๐€ , ๐‚๐Ž๐๐“๐‘๐€๐’๐“๐€๐‘๐„ ๐‹'๐€๐๐๐€๐๐ƒ๐Ž๐๐Ž ๐ƒ๐„๐‹๐‹๐„ ๐€๐‘๐„๐„ ๐ˆ๐๐“๐„๐‘๐๐„

L’incontro ha l’obiettivo di coniugare la ricostruzione post sisma, della quale ci siamo molto occupati dal 2016 ad oggi, con quello meno eclatante ma non meno grave dello spopolamento dei Comuni non riguardati dal tema della ricostruzione, nella convinzione che oggi vivere o fare impresa non è meno difficile a Pescorocchiano di quanto non lo sia a Borbona, cioè in uno dei Comuni del cratere, come ci dirà Di Gaspare, Sindaca del Comune. E nella convinzione che le condizioni di vita nelle megalopoli sono sempre più insostenibili e che tante persone vorrebbero trovare altrove condizioni di vita migliori.

Perciò con i nostri importanti ospiti di oggi faremo il punto sulla ricostruzione, conditio sine qua non di ogni discorso sul futuro, ma proporremo anche un’ottica di analisi del problema, più ampia, suggerita innanzitutto dai dati demografici.

Abbiamo messo a confronto i dati della popolazione dei 73 Comuni della provincia di Rieti utilizzando i dati al 31/12/2001, al 31/12/2015, l’anno antecedente al sisma e l’ultimo dato disponibile quello al 31/12/2021.

Nel primo confronto, 2001-2015, perdono abitanti 34 Comuni su 73, nel secondo confronto, 2015-2021, 67 Comuni su 73.

Non dissimile l’andamento demografico dei 15 Comuni del cratere: saldo negativo per 10 Comuni su 15 nel primo confronto e 15 su 15 nel secondo.

Esenti dal problema spopolamento sembrano essere solo Belmonte, Fara Sabina, Montasola, Poggio Moiano, Scandriglia, Selci e Toffia.

Lo spopolamento di questo territorio non è un fenomeno nuovo, né recente, né riguardante solo i nostri Comuni.

Le ondate migratorie degli anni ‘50 e’60, quella della metà degli anni ‘70 hanno riguardato tutto il Paese, in particolare la dorsale appenninica, ma non solo.

La sola ondata migratoria precipua del nostro territorio è quella seguita alla istituzione nel 1965 del Consorzio industriale Rieti – Cittaducale.

Queste tre ondate migratorie hanno determinato:

Denatalità, invecchiamento della popolazione e una rottura del legame tradizionale con il territorio che non garantiva più l’equilibrio tra “risorse locali e popolamento”.

Le imprese in questi anni hanno mostrato una maggiore resilienza, addirittura con un aumento (+ 5,8 % nel periodo 2001-2015, + 5,4 % nel periodo 2015-2021, + 11,5 nel periodo 2001-2021, 1618 imprese in più) seppur entro un quadro di profondo cambiamento della consistenza dei settori (-9,5% in agricoltura, -22,5% nelle manifatture, -6,6% nel commercio).

Molto significativa in questi anni la perdita nel settore dell’artigianato che nel periodo 2001-2021 perde il 3% delle imprese, ma che in realtà rispetto al suo massimo storico (2008) perde 578 imprese, cioè il 14%.

Nei numeri si legge quella rottura tra “risorse locali e popolamento” perché a chiudere sono state, in tanti Comuni, le imprese che vivevano di un mercato di prossimità che si è ridotto sempre più nel corso degli anni proprio per lo spopolamento.

Se tanta è la fatica delle imprese esistenti a permanere in aree sempre più in difficoltà, è praticamente insostenibile l’onere di chi un’azienda voglia attivarla.

Anche i dati sul PIL pro-capite, ci restituiscono, con un diverso indicatore, la situazione fin qui descritta: 15 700 euro nel 2001, 18 700 euro nel 2015, 20 100 euro nel 2020, 18.278 nel 2022 (Italia 27 900, Lazio 32 400), molte migliaia di euro in meno della media nazionale e di quella del Lazio.

Quelli fin qui raccontati sono dati e non c’è evidentemente nessun compiacimento nel citarli, ma non vogliamo dire che tutto vada male: ci sono circa 280 progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, c’è un fenomeno turistico che ci restituisce numeri incoraggianti ma forse è necessario uno sforzo nell’adozione di strumenti che possano farci affrontare il problema complessivamente.

Una ricerca del Censis ha stimato che durante la pandemia sono tornate in provincia di Rieti circa 10000 persone, un numero importante, che se fossimo riusciti a trattenerlo avrebbe sicuramente contribuito a produrre saldi anagrafici diversi da quelli citati.

Come già tante volte abbiamo detto, per far sì che delle persone tornino d abitare i nostri territori e che altre non li abbandonino è necessario prevenire la domanda di servizi, invertendo la logica domanda-offerta.

È necessario che i Comuni, non singolarmente, siano in grado di assicurare i servizi essenziali: connessione alla rete, scuola, salute.

Queste considerazioni valgono per tutti i Comuni anche per quelli dell’area del sisma, nei quali ovviamente resta prioritaria la ricostruzione.

Di questa non parlerò lasciando agli ospiti, in particolare il Commissario Castelli e l’Assessora Rinaldi, l’onere di fare il punto, anche in considerazione del fatto che un mese fa abbiamo avuto nella nostra sede un incontro molto proficuo con il commissario, nel corso del quale gli abbiamo sottoposto una serie di problemi, raccolti nella interlocuzione con le impresa e che potranno essere proposte o riproposte dagli imprenditori e dalle imprenditrici presenti

Problemi che riguardano il lavoro delle aziende ma la cui soluzione può produrre una accelerazione dell’opera di ricostruzione.

Vorremmo però cogliere l’occasione per suggerire, in particolare ai legislatori rappresentati da Castelli stesso, che è senatore prima che commissario, e dal deputato Trancassini, di adottare un approccio che per quanto attiene all’ambito economico adotti misure strutturali che riguardano nel complesso le aree interne e non solo quelle del cratere oppure, più in generale, intere province nelle quali le percentuali di Comuni ricompresi nelle aree interne siano al di sopra di una certa percentuale.

Le “aree interne” sono aree geografiche così definite dall’articolo 174 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea che partendo dall’individuazione dei Poli, cioè dai centri di offerta di servizi essenziali (scuola, salute e mobilità), classifica i restanti comuni in quattro fasce: aree di cintura, aree intermedie, aree periferiche e aree ultra periferiche, sulla base della distanza, misurata in tempo di percorrenza per raggiungere il Comune Polo.

Le aree interne sono quelle classificate come: intermedie (27,7 minuti), periferiche (40,9 minuti) e ultra-periferiche (66,9 minuti).

Per ridurre lo svantaggio di queste aree in Italia è stata istituita una Agenzia Nazionale che ha elaborato una strategia di intervento per progetti che ha coinvolto anche parte del nostro territorio. È ciò di cui ci parlerà Gaetano Micaloni, Sindaco di Petrella Salto, capofila Strategia Area Interna Lazio 2 Monti Reatini.

Ricordiamo che la classificazione delle aree interne annovera tutti i Comuni della Provincia, tranne Rieti, Cittaducale, Fara Sabina, Poggio Mirteto, Borgorose, Contigliano, Castel Sant’Angelo, Rivodutri, Magliano, Scandriglia e Cantalice.

Così come i progetti che riguardano solo alcuni Comuni realizzano disparità, lo stesso vale per i “bandi” in relazione alle imprese.

Un approccio più strutturale semplificherebbe molto la vita delle imprese, darebbe loro delle certezze, e, soprattutto, non produrrebbe ineguaglianze che sul mercato si traducono in un damping realizzato con le risorse dello Stato. L’ultima provvedimento iniquo è la proroga della ZFU che riguarda le imprese che ne erano già beneficiarie e non le nuove imprese.

In cosa si sostanzia questa proposta?

Innanzitutto basta “bandi” che si aprono e si chiudono, addirittura in pochi secondi, che quasi mai coincidono con i bisogni puntuali delle aziende, e invece misure stabili che sostengano le imprese in alcune fasi, in particolare la nascita e l’ampliamento dimensionale, l’innovazione, il rinnovo di macchinari obsoleti.

Per la nascita e l’accompagnamento si potrebbero utilizzate misure come “Resto al Sud” (60000 euro per una azienda individuale, 50000 a socio/a fino ad un massimo di 200000 euro per le società, di cui 50% a fondo perduto e 50% restituibili in 8 anni con due di preammortamento), una misura che, al netto del calvario per la rendicontazione, ha dato ottimi frutti, così come gli incentivi previsti per la Zona Franca Urbana da utilizzare per un periodo limitato.

Ricordo che i benefici della ZFU sono concessi sotto forma di credito d'imposta e consentono:

a) esenzione dalle imposte sui redditi del reddito derivante dallo svolgimento dell’attività svolta dall’impresa nella zona franca;

b) esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive del valore della produzione netta derivante dallo svolgimento dell’attività svolta dall’impresa nella zona franca;

c) esenzione dalle imposte municipali proprie per gli immobili siti nella zona franca per l’esercizio dell’attività economica;

d) esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali,

Per la crescita si potrebbe prendere a modello la migliore delle tante modalità utilizzate negli innumerevoli bandi, ognuno dei quali ne ha una propria.

Si tratta di adottare la stessa logica che ha portato dalle otto ZES, le Zone Economiche Speciali, istituite nel 2017, all’estensione dei benefici a tutte le regioni del meridione Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, annunciata la scorsa settimana, grazie alla trattativa portata avanti dal ministro Fitto con i Commissario alla Concorrenza Vestager.

La richiesta dell’estensione è stata motivata dalla constatazione che negli ultimi sei anni le ZES si sono rivelate scarsamente attrattive per gli investitori internazionali e, come non bastasse, il regime speciale nelle otto ZES ha scatenato una concorrenza spietata tra i comuni del Sud.

Per tutto quello che abbiamo fin qui detto, la situazione delle aree nostre aree interne è anche peggiore di molti comuni del Sud.

Una risorsa importante si sta affacciando per agevolare il processo che abbiamo prefigurato ed è l’Università, ma di questo parlerà il Preside della Facoltà di Ingegneria, il professor Carlo Casciola, che tra poco interverrà con un collegamento, non potendo essere presente.

L’auspicio è che questo nostro incontro sia un contributo costruttivo ad una discussione che coinvolge Istituzioni, associazioni, imprese.



Vincenza Bufacchi

12 dicembre 2025
La CNA accoglie con favore la proroga al 31 marzo 2026 dell’obbligo di polizza assicurativa contro le calamità naturali per le piccole imprese turistico–ricettive e della somministrazione. Resta però incomprensibile la scelta di limitare il beneficio a questi soli comparti, escludendo le altre imprese per le quali l’obbligo di sottoscrizione della polizza catastrofale rimane fissato al 1° Gennaio 2026. Il termine del 31 dicembre è difficile da rispettare per tutti: l’auspicio è che, in sede di conversione, si possa estendere la proroga anche a tutte le imprese per le quali l'assolvimento dell'obbligo è ormai imminente.
12 dicembre 2025
Ecco come “abbinare” registratori di cassa e Pos Pronte le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate in vista dell’obbligo di collegamento tra registratori telematici e strumenti di pagamento elettronico, introdotto dalla Legge di Bilancio 2025 per le operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2026. Con un provvedimento, firmato dal direttore, vengono infatti definite le regole che gli esercenti dovranno seguire per abbinare terminali Pos o altri strumenti di pagamento elettronico e registratori telematici. Leggi le regole emanate dall'Agenzia delle Entrate https://www.agenziaentrate.gov.it/.../pagamenti...
12 dicembre 2025
Sono imminenti le novità per la gestione degli adempimenti in materia di rifiuti, con l’avvio del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI). Il RENTRI, strumento gestito dal Ministero dell’Ambiente con il supporto tecnico dell’Albo Gestori Ambientali, mira a digitalizzare e rafforzare la tracciabilità dei rifiuti. Come tutti i processi di digitalizzazione, si pone anche un intento di semplificazione, ma nel settore dei rifiuti è indubbio che questo processo presenti specifiche complessità e che le imprese siano in una fase di acquisizione delle conoscenze e delle modalità necessarie per gestire al meglio questo delicato passaggio. In particolare, centri estetici, saloni di acconciatura e studi di tatuaggi e piercing possono produrre, nella loro attività, alcuni rifiuti classificati come pericolosi, il che implica specifici adempimenti nella gestione degli stessi. Riportiamo alcuni esempi: • Prodotti chimici per trattamenti estetici, smalti e simili o tinture per capelli. • Imballaggi contaminati utilizzati per contenere o conservare tali prodotti chimici. • Contenitori a gas sotto pressione. • Aghi, lame, siringhe e altri taglienti a rischio infettivo. La gestione di questi rifiuti richiede il conferimento a soggetti autorizzati e la compilazione del FIR – Formulario di Identificazione Rifiuti. Il settore benessere (codici ATECO 96.02.01, 96.02.02, 96.02.03 e 96.09.02) è invece esonerato dalla compilazione del Registro di Carico e Scarico e dal MUD, obblighi che si ritengono assolti con la conservazione per 3 anni dei FIR. Cosa cambierà con l’entrata in vigore del RENTRI? Rimangono valide le precedenti semplificazioni: esclusione da Registri C/S e MUD anche in caso di rifiuti pericolosi, ma obbligo di conservazione del FIR per tre anni. Per le imprese del benessere, l’obbligo di iscrizione al RENTRI sarà richiesto solo in presenza di rifiuti pericolosi, inclusi i soggetti non organizzati in imprese. A partire dal 13 febbraio 2025, per tutti, anche per il settore benessere, è entrato in vigore il nuovo modello di FIR, da scaricare e vidimare digitalmente attraverso il RENTRI. Finché non si è obbligati all’iscrizione, tale operazione può essere effettuata con una semplice registrazione. Fino a febbraio 2026 il FIR rimarrà cartaceo, ma prodotto secondo le nuove modalità; successivamente si passerà alla digitalizzazione completa con obbligo di trasmissione dei dati al RENTRI. Su richiesta, il formulario potrà essere emesso dal trasportatore, ma la responsabilità dei dati rimane in capo all’impresa produttrice. Le CNA di Rieti è a disposizione per supportare le imprese delegando l’iscrizione al RENTRI, il pagamento dei diritti e dei contributi annuali, l’apertura dei registri e la trasmissione periodica dei dati. La posizione di CNA: necessario eliminare l’obbligo per le imprese del benessere CNA ha ribadito in più sedi la richiesta di eliminare l’obbligo di iscrizione al RENTRI per le imprese del benessere, in quanto tali attività non possono essere equiparate ad aziende produttrici di rifiuti pericolosi in senso stretto, come quelle industriali o artigianali di altra natura. Auspichiamo che questa richiesta venga accolta, perché rappresenterebbe un passo concreto verso una vera semplificazione e sburocratizzazione, riducendo oneri e adempimenti per le piccole imprese del settore, senza compromettere gli obiettivi di tutela ambientale. ๏ปฟ Per informazioni: CNA RIETI Piazza Cavour, 54 - 02100 Rieti Tel. 0746251082 Cell. 348-3208498
1 dicembre 2025
Elia e Patrizio, protagonisti della settimana della cucina italiana ad Addis Abeba. Una iniziativa promossa dall'Agenzia del Commercio Italiana (ITA) in collaborazione con l'Ambasciata Italiana. Una settimana per condividere le tecniche culinarie italiane, sperimentare le ricette e le migliori pratiche per diffondere la tradizione del nostro patrimonio gastronomico. Tante le esperienze: formazione al team di Etiopia Airlines, in due istituti alberghieri, alla brigata della cucina dell'Hotel Sheraton, l'organizzazione di un pranzo di beneficienza per centocinquanta bambini e bambine di un orfanotrofio e infine la cena di gala all'Ambasciata Italiana. A Elia e Patrizio i complimenti e il ringraziamento della CNA per l'impegno profuso nel far conoscere la cucina italiana nel mondo.
12 novembre 2025
Apertura dell’atelier con esposizione didattico–esperienziale dedicata al processo creativo e sartoriale, nell’ambito dell'iniziativa promossa dalla CNA nazionale "Benvenuti in Atelier". Casperia 21-22-23 novembre 2025 Tema Dentro la materia: come nascono le collezioni Slow Living Partecipanti Stefania Pochesci Slow Living – designer e fondatrice del marchio di moda sostenibile Simona Tallaro – sarta artigiana, titolare di laboratorio sartoriale. Irene Lupi Rodriguez - orafa Luogo Boutique Stefania Pochesci Slow Living Via Cola di Rienzo, 24 – Casperia (RI) Programma delle tre giornate: https://irp.cdn-website.com/.../Programma+Benvenuti+in...
Autore: 7e37d554_user 24 ottobre 2025
Dal 15 Ottobre è possibile inviare le domande per richiedere gli incentivi. Gli articoli 17 e 18 del decreto Coesione disciplinano rispettivamente l'incentivo all'autoimpiego nel Centro-Nord Italia e "Resto al Sud 2.0", offrendo sostegni economici (voucher e contributi a fondo perduto) per l'avvio di attività imprenditoriali, libero-professionali e di lavoro autonomo. Il Lazio è nel raggruppamento delle regioni del Centro-Nord ๐๐ž๐ง๐ž๐Ÿ๐ข๐œ๐ข๐š๐ซ๐ข Giovani di età compresa tra 18 e 35 anni che abbiamo uno dei seguenti requisiti: a) essere in una condizione di marginalita', di vulnerabilita' sociale o di discriminazione, cosi' come definita dal PN GDL; b) essere inoccupati, inattivi o disoccupati; c) essere disoccupati GOL. Forme dell'incentivo nelle Regioni del Centro-Nord ๐•๐จ๐ฎ๐œ๐ก๐ž๐ซ Il voucher è un contributo a fondo perduto: a) pari al 100% dell'investimento da realizzare; b) entro il limite di euro 30.000,00 (trentamila/00) per singola iniziativa economica. Il limite è elevato a 40.000 euro nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico. ๐‚๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐ข๐›๐ฎ๐ญ๐จ Contributo a fondo perduto per la realizzazione di programmi di investimento organici e funzionali. 1 Per i programmi di investimento di importo complessivo fino a euro 120.000,00 (centoventimila/00) il contributo puo' essere concesso fino al 65% del programma di investimento ammesso. 2 Per i programmi di investimento di importo superiore a euro 120.000,00 (centoventimila/00) e non superiore a euro 200.000,00 (duecentomila/00), il contributo puo' essere concesso fino al 60% del programma di investimento ammesso ๐’๐ฉ๐ž๐ฌ๐ž ๐š๐ฆ๐ฆ๐ข๐ฌ๐ฌ๐ข๐›๐ข๐ฅ๐ข al contributo in forma di voucher a) macchinari, impianti, attrezzature ed arredi nuovi di fabbrica; b) programmi informatici e servizi per le tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni, ivi comprese le licenze d'uso software, la progettazione e sviluppo di software applicativi, di piattaforme digitali e di app; c) immobilizzazioni immateriali, con particolare riferimento all'acquisizione di competenze finalizzato allo sviluppo di prodotti, servizi, processi ad alto contenuto tecnologico, alla progettazione e sviluppo di portali web a scopo promozionale e del visual o digital brand, alla ideazione e realizzazione di marchi e denominazioni; d) consulenze tecnico-specialistiche finalizzate ๐’๐ฉ๐ž๐ฌ๐ž ๐š๐ฆ๐ฆ๐ข๐ฌ๐ฌ๐ข๐›๐ข๐ฅ๐ข a contributo nell'ambito dei programmi di investimento: a) opere edili relative ad interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, nel limite del 50% del programma di investimento ammesso alle agevolazioni; b) macchinari, impianti, attrezzature ed arredi nuovi di fabbrica; c) programmi informatici e servizi per le tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni, ivi comprese le licenze d'uso software, la progettazione e sviluppo di software applicativi, di piattaforme digitali e di app; d) immobilizzazioni immateriali, con particolare riferimento all'acquisizione di competenze finalizzato allo sviluppo di prodotti, servizi, processi ad alto contenuto tecnologico, alla progettazione e sviluppo di portali web a scopo promozionale e del visual o digital brand, alla ideazione e realizzazione di marchi e denominazioni; e) consulenze tecnico-specialistiche finalizzate ๐ˆ๐ง๐ข๐ณ๐ข๐š๐ญ๐ข๐ฏ๐ž ๐š๐ฆ๐ฆ๐ข๐ฌ๐ฌ๐ข๐›๐ข๐ฅ๐ข Sono ammissibili alle agevolazioni le iniziative economiche avviate dai soggetti beneficiari nel mese precedente la data di presentazione della domanda di agevolazione e che risultano inattive alla medesima data. 1. Le iniziative economiche devono essere finalizzate all'avvio di attività': a) di lavoro autonomo mediante apertura di partita IVA; b) di impresa individuale regolarmente iscritta al registro delle imprese; c) di impresa in forma societaria, regolarmente iscritta al registro delle imprese, nelle seguenti forme giuridiche: i. societa' in nome collettivo; ii. societa' in accomandita semplice; iii. societa' a responsabilita' limitata; iv. societa' cooperativa; d) libero-professionali anche nella forma di societa' tra professionisti. 2. E' ammessa la partecipazione alle societa' di soggetti non rientranti nella categoria di beneficiari, se il controllo e l'amministrazione della societa' alla data di iscrizione della stessa al registro delle imprese e per i successivi tre anni sono detenuti da soggetti rientranti nelle categorie dei beneficiari 3. Non si considerano in possesso dei requisiti titolari ovvero i soci di un'attività che, anche se cessata nei sei mesi precedenti la presentazione della domanda, risulta avere un codice Ateco identico, fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche, a quello corrispondente all'iniziativa economica oggetto della domanda di agevolazione. Per saperne di più, per avviare una attività imprenditoriale utilizzando i nuovi strumenti utilizzabili in tutti i comuni della provincia, chiedi un appuntamento alla CNA. Tel. 0746 251082 Cell. 348 3208498 Mail cna.rieti@tiscali.it
Autore: 7e37d554_user 24 ottobre 2025
“๐“๐” ๐‹๐€ ๐“๐”๐€ ๐€๐™๐ˆ๐„๐๐ƒ๐€ ๐„ ๐‹’๐ˆ๐๐“๐„๐‹๐‹๐ˆ๐†๐„๐๐™๐€ ๐€๐‘๐“๐ˆ๐…๐ˆ๐‚๐ˆ๐€๐‹๐„: ๐๐”๐€๐๐“๐Ž ๐๐„ ๐’๐€๐ˆ?” L’indagine è stata realizzata con un questionario anonimo veicolato dalla pagina Fb CNA Rieti, sulla piattaforma Jotform: 11 domande delle quali 4 relative ai dati “anagrafici” delle imprenditrici, degli imprenditori e delle aziende e le restanti 7 sulla conoscenza e l’uso dell’IA. Questo report si basa sui primi 74 questionari compilati da 40 uomini, 33 donne e 1 altro (il questionario conteneva anche questa opzione). La fascia di età maggiormente rappresentata è quella 55-64 anni (24 risposte pari al 32,4%), segue quella 45-54 anni (21 risposte 28,4%). I settori di attività che risultano più rappresentati sono: Produzione 24 risposte (32,4%), servizi alle persone 16 (21,6%), ristorazione 13 (17,6%). Quanto al numero di dipendenti delle aziende che hanno compilato il questionario, la fascia 1-5 dipendenti è quella maggiormente rappresentata, con 33 aziende (44,6%), segue quella delle aziende, 21 (28,4%), che non hanno nessun dipendente. Fin qui i dati personali e aziendali. La prima domanda riguarda la conoscenza delle IA raggruppate per caratteristiche prevalenti: Piattaforme di generazione automatica di testi, Assistenti vocali aziendali, App IA per creatività, Chatbot di customer care, Altro. Il 68% dichiara di conoscere le piattaforme di generazione automatica di testi e il 33,8 % le piattaforme di assistenza vocale, molto minore la conoscenza delle altre “famiglie" di AI. Essendo possibili risposte multiple in questo primo report possiamo limitarci a rilevare che almeno i 3/4 degli imprenditori e delle imprenditrici conosce piattaforme di IA. Delle 74 persone, solo 6 non rispondono alla domanda successiva che tendeva ad indagare da quanto tempo le usassero, mentre dalle risposte alle domante che seguono si evince che ad usarla è un numero variabile compreso tra 45 e 48. La differenza tra 6 e 45/48 è imputabile probabilmente ad una errata percezione della domanda. Il dato più significativo è che il 37% la usa da pochi mesi, a testimoniare un’accelerazione della penetrazione dell’IA nella vita quotidiana, anche grazie all’incorporazione della stessa in tutta una serie di funzioni nei dispositivi di uso comune, come i cellulari. Andando avanti nell’analisi dei dati, entriamo nella parte più interessante, quella riguardante l’uso dell’IA per motivi lavorativi. Rispondono di usarla per motivi lavorativi o aziendali 45 persone su 74, pari al 60,8%. La restante parte, circa il 40%, dichiara comunque che “proverà ad utilizzarla in futuro”. Tra coloro che la utilizzano per motivi professionali, 48 (65%), gli usi più frequenti sono in ordine decrescente (erano possibili risposte multiple): 48% miglioramento del servizio clienti; 39,6% creare linguaggio scritto; 39,6% progettazione di strategie di marketing; 35,4% automazione di processi ripetitivi; 33,3% analisi e previsioni dati. La penultima domanda riguarda l’impatto dell’IA sull’azienda, (domanda a risposta multipla). Gli effetti maggiori si sono avuti su: per 12 persone, aumento dell’efficienza e della produttività; per 11, miglioramento del processo decisionale; per 11, miglioramento dei rapporti con i clienti. Ma ben 22 delle 45 persone che usano l’IA per motivi professionali/aziendali dichiarano di non aver riscontrato alcun impatto sull’azienda. Se a queste 22 persone si sommano le 23 che non ne fanno nessun uso professionale, dobbiamo dedurne che in 45 delle 74 aziende, cioè nel 60% di esse, l’IA o non ha alcun effetto o è addirittura ignorata. Le ragioni sono da ricercare nell’ultima domanda del questionario, quella sulle difficoltà incontrate, dichiarate da 47 persone (anche in questo caso erano possibili più risposte): Per il 40%, non individuazione di strategie d’uso; per il 38%, mancanza di competenze interne. Seguono resistenza al cambiamento e costi di implementazione. Qui il Report grafico del Questionario: https://irp.cdn-website.com/.../files/uploaded/grafico.pdf
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