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Ogni Venerdì pubblicheremo, in ordine alfabetico, la descrizione dei 73 comuni della provincia, che compare nella pubblicazione "I magnifici borghi. Atlante dei comuni della provincia di Rieti"
Un piccolo volume che raccoglie le informazioni essenziali per raccontare sinteticamente ognuna delle realtà descritte.
La pubblicazione, ora in ristampa, è stata realizzata dalla CNA con il contributo delle Camere di Commercio di Rieti-Viterbo e di Roma.
Queste pagine sono tratte da:
"i magnifici borghi.
Atlante dei comuni della provincia di Rieti"
La copertina e la prefazione della pubblicazione su:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=803104755166110&id=100063997782311

*Tratto da:
"I magnifici borghi.
Atlante dei comuni della provincia di Rieti"
Un piccolo volume che raccoglie le informazioni essenziali per raccontare sinteticamente ognuna delle realtà descritte.
La pubblicazione è stata ideata, progettata e realizzata dalla CNA con il contributo delle Camere di Commercio di Rieti-Viterbo e di Roma.
Il volume è stato ristampato, le persone che desiderano possono averlo, al rimborso del costo di stampa di 20 euro, richiedendolo alla CNA, tel. 0746 251082 cell. 348 3208498 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗔𝗰𝗰𝘂𝗺𝗼𝗹𝗶

Storia importante e scenari naturalistici


𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Dal latino: ad cumulum=alla sommità di… aggregazione di piccoli villaggi in cima alla Valle del Tronto - cumulus=mucchio di costruzioni abitative

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza: 855 mt s.l.m.

Superficie: 87,37 kmq

Popolazione: 616

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il Comune confina con Abruzzo, Marche, Umbria, circondato dai Monti Sibillini e dai Monti della Laga. E’ attraversato dal fiume Tronto.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Nel 575 i territori di Accumoli facevano parte dell’Abbazia di Farfa e del ducato di Spoleto che all’epoca possedeva le Terre Summatine (Accumulese, Amatriciano, Arquata del Tronto). Alcune famiglie dell’Accumulese si associarono per tutelare i loro diritti e rendite quindi nel 1212 fondarono il libero Comune di Accumoli scegliendo di entrare nel Regno di Napoli degli Angioini. Partecipò ai Vespri Siciliani, e fece parte della Capitaneria della Montagna d’Abruzzo, comprensorio territoriale custode del confine tra Regno di Sicilia e Papato. L’autonomia di Accumoli è stata insidiata da pesanti assedi: quello di Norcia, quello dovuto all’espansionismo degli Sforza e quello conseguente alla guerra tra Francia e Spagna per il predominio sull’Italia. Nel 1643 Accumoli fu ceduto ai Medici, ma tornò al Regno di Napoli Nel 1860 entrò nel Regno d’Italia assegnato a L’Aquila, nel 1927 passò a di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Soltanto la Torre Civica del 1100 è sopravvissuta alla distruzione del borgo causata dal forte sisma del 2016. Tele, arredi, statue e tutto ciò che è rimasto del patrimonio artistico di Accumuli è custodito altrove.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Il territorio comunale è inserito nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga ed è Sito di Interesse Comunitario (SIC). I laghetti dei Pantani, tra prati e faggi secolari offrono uno spettacolo particolare nei mesi estivi, quando le acque, grazie alla presenza dell’alga Euglena si colorano di rosso. L’Oasi WWF di Lago Secco e Lago della Selva, ospita specie animali e vegetali delle glaciazioni quaternarie. Preziosa per le biodiversità, la flora vanta oltre mille specie censite con imperdibili spettacoli di fioritura.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞

Sui Monti della Laga i carbonai mantengono attive le carbonaie e la tradizionale lavorazione del carbone.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Pentecoste: Pellegrinaggio alla Madonna delle Coste

Agosto: Sapori di Accumoli, Sagra Pasta alla Griscia, Sagra della Pecora, Sagra Fettuccina alla Trota, Sagra Pasta del Vergaro (nelle frazioni)

Novembre: Mostra Equina TPR

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Pasta alla Griscia, Pasta del Vergaro, Prodotti degli allevamenti.

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.accumoli.ri.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗔𝗺𝗮𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲

Altopiano-crocevia tra quattro regioni

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Dal latino matrix=origine, perché Amatrice fu sede della Chiesa principale acquistando preminenza sui villaggi vicini.


𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altitudine 955 m s.l.m.

Area 174,38 km²

Abitanti 2.251

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

La conca di Amatrice, sulla dorsale appenninica dei monti della Laga, caratterizzata da un elevato grado di sismicità, rappresenta un crocevia territoriale tra la Valle del Velino e la Valle del Tronto, tra Lazio Umbria, Marche, Abruzzo.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Amatrice nasce come insediamento sabino in epoca preromana. Quando gli antichi Romani conquistarono la zona chiamarono i villaggi situati nel punto più alto della Salaria, Summa Villarum che assunse importanza strategica in quanto collegamento tra Roma e la costa dell’Adriatico. Dopo a caduta dell’Impero Romano, i Longobardi intorno al 548 istituirono il Ducato di Spoleto di cui Amatrice e le terre summatine divennero parte. Con Carlo Magno i territori tra Ascoli e Rieti passarono sotto l’amministrazione carolingia e Amatrice come altre terre furono donati all’Abbazia di Farfa, definita abbazia imperiale svincolata dal Papato. Amatrice fu uno dei primi modelli architettonici di difesa muraria ed accentramento logistico delle popolazioni, perché le principali famiglie vollero l’autonomia giuridica e amministrativa della città per tenere testa alle mire accentratrici dei grandi feudatari, specialmente dopo il Mille, quando si incrociarono nella penisola l’invasione dei Normanni, le faide tra i Comuni, gli assalti dei Saraceni, gli scontri tra l’esercito imperiale e il Papato e la resistenza dei Bizantini. Amatrice fu sostenitrice della Casata di Svevia, nella guerra del Vespro si schierò con gli Aragonesi dai quali venne ricompensata con il titolo di Città e la facoltà di coniare moneta. Con l’incoronazione di Carlo V come Re d’Italia, nel 1530, il Papato recuperò la sua giurisdizione nei territori laziali, per cui nell’amministrazione di Amatrice si avvicendarono nobili famiglie romane come gli Orsini che rimasero fino al 1737. Nel 1789 il dominio dei Francesi divise il Centro-Sud in dipartimenti e Amatrice entrò in quello di Pescara. Dopo la Restaurazione lo Stato della Chiesa recupera le sue prerogative. Quando si diffusero gli ideali risorgimentali, il Lazio e Amatrice parteciparono alle lotte patriottiche che condussero alla proclamazione del Regno d’Italia (1861-1870) e al riordinamento territoriale e amministrativo del paese. Così Amatrice fu compresa nella giurisdizione de L’Aquila degli Abruzzi fino al 1927, quando fu assegnata a Rieti. Nel 1918 in Amatrice fu fondata dal Don Giovanni Minozzi l’Opera Nazionale del Mezzogiorno d’Italia.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Museo Civico Floriana Svizzeretto in memoria della storica dell’arte e direttrice del Museo civico Cola Filotesio. Ospita 50 beni artistici tra dipinti, sculture, elementi di arredo e suppellettili sacre

Area del Gusto della Tradizione e della Solidarietà realizzata su progetto di Stefano Boeri, una piazza polifunzionale di 9000 m², in cui le attività di ristorazione distrutte dal sisma potessero ritrovare uno spazio dedicato.

Auditorium della Laga punto di aggregazione sociale, utilizzato per conferenze, teatro e cinema.

Casa della montagna del CAI è un edificio permanente realizzato con tecniche di bioedilizia, privo di barriere architettoniche, finalizzato a progetti per le scuole, per la formazione e attività legate all’arrampicata, tappa per escursionisti e centro di soccorso nelle calamità naturali.

Santuario dell’Icona Passatora databile tra 1300 e 1400, conserva affreschi del pittore conosciuto come il Maestro della Madonna della Misericordia, e dell’artista amatriciano Dionisio Cappelli.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Il territorio di Amatrice è inserito nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Ospita l’orso marsicano, il camoscio d’Abruzzo, l’aquila reale. Si possono percorrere gli antichi sentieri della transumanza scoprendo castagneti e coltivazioni di altura di lenticchie, pastinaca, grano tenero, aneto, coriandolo zafferano. Nei boschi si può trovare l’abete bianco, la betulla, la fioritura di stelle alpine e orchidee selvatiche.

Macchia Piane è una area prativa sulla conca di Amatrice, dalla quale si può raggiungere Cima Lepri e Pizzo di Sevo. Un percorso conduce al Tracciolino di Annibale e a Forca o Guado di Annibale.

Sacro Cuore itinerario che conduce alla vetta del Monte Gorzano. Magnifico il percorso di avvicinamento attraverso faggete, radure intervallate da ruscelli e cascate.

Lago di Scandarello bacino artificiale realizzato nel 1924 dallo sbarramento delle acque del rio Scandarello. Ospita persici, trote, lucci e carpe.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞

La fama del Tracciolino di Annibale deriva dal fatto che vi sarebbe passato Annibale Barca con il suo esercito dopo la battaglia del Trasimeno (217 aC) e prima di quella di Canne (216 aC). È un suggestivo sentiero a mezzacosta con svariati cambi di versante, tra torrenti e cascate che raggiunge il Guado di Annibale, tra Cima Lepri e Pizzo Svevo.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Febbraio: Carnevale Amatriciano

Marzo: Palio dei Somari

Maggio: Primaverissima, Sagra degli Gnocchi Ricci

Agosto: Sagra degli Spaghetti all’Amatriciana, Processione Madonna di Filetta

Ottobre: Festa d’Autunno

Novembre: Il Pane dei Santi

8 Dic./6 Gen.: Eventi per il Santo Natale

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Formaggi Salumi, Amatriciana

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.amatrice.rieti.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶...  𝗔𝗻𝘁𝗿𝗼𝗱𝗼𝗰𝗼

Il borgo patria del marrone

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼

Deriva dal termini osco Interocrium  inter=tra /ocre = monti

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza: 525 m s.l.m.

Area: 63,90kmq

Popolazione: 2.334

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Antrodoco è situato lungo la via Salaria. Il borgo è circondato dai Monti Giano e Nuria. A Nord la Valle del Velino è sovrastata dal Monte Elefante, che fa parte del Massiccio del Terminillo. 

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

In epoca romana Interocrium era una stazione di posta sulla Via Salaria. In età medievale nella zona fu costruita una cittadella chiamata la Rocca su una altura scoscesa di difficile accesso e avamposto strategicamente importante lungo la Via degli Abruzzi e della transumanza. In seguito alla conquista e alla affermazione dei Normanni nell’Italia meridionale, Antrodoco fece parte del Regno di Sicilia. Ruggero II concesse Antrodoco come feudo alla famiglia dei Lavareta. Più tardi Federico II lo volle invece assegnare al duca di Spoleto Rainaldo Urslingen, diplomatico di origine sveva, che però perdette l’incarico per le sue eccessive ambizioni. Pertanto il feudo nel 1382 fu venduto a Giovanna II di Napoli. In seguito Antrodoco entrò nell’Abruzzo Ulteriore, provincia del Regno di Napoli, nel 1529 divenne feudo di Battista Savelli, nel 1614 passò al marchese Giovanni Bandini, poi al Marchese Niccolò Giugni, fino al 1750. Durante i moti carbonari del 1821 nelle gole di Antrodoco si fronteggiarono le truppe napoletane del generale repubblicano Guglielmo Pepe e l’esercito austriaco guidato dal generale Frimont in difesa dei Borbone, che fu insignito da Ferdinando I del titolo di Principe di Antrodoco.  Dopo l’Unità d’Italia, Antrodoco già parte del Regno delle due Sicilie è annesso al Regno d’Italia. In questa fase si manifestano in Antrodoco, come in molti altri territori del Regno delle due Sicilie, il fenomeno del brigantaggio, da ricordare è la Banda di Antrodoco. Nel 1927 Antrodoco a seguito del riordino delle circoscrizioni Provinciali voluto dal regime fascista, entrò a far parte della Provincia di Rieti. Antrodoco per seicento anni era stata nel Circondario di Cittaducale, parte della Regione dell’Abruzzo Ulteriore del Regno di Napoli e poi Regno delle Due Sicilie

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Chiesa di Santa Maria Assunta ex Madonna del Popolo, edificata in età medievale in stile romanico fu riedificata dopo il terremoto del 1703 in stile barocco. Per la sua acustica è sede di concerti di musica sacra.

Chiesa di Santa Chiara, faceva parte di un grande complesso del 1300 che comprendeva l’ospedale e il monastero delle Clarisse di Santa Chiara. Riaperto dopo un lungo restauro (2012), ha un’unica navata, la volta affrescata, quattro altari e una cantoria in muratura che sovrasta la porta d’ingresso e un organo a canne

Santa Maria extra moenia è stata costruita sui resti di un tempio dedicato alla dea Diana e con materiali di spoglio di provenienza romana. Presenta una facciata a capanna con spioventi irregolari, una torre campanaria con monofore, bifore e trifore con capitelli a gruccia e finestroni rettangolari. L’ abside è semicircolare, l’interno è diviso in tre navate dove sono presenti numerosi affreschi. Accanto alla chiesa vi è un battistero a pianta esagonale del 1400, con un notevole patrimonio pittorico. La chiesa è Monumento Nazionale.

Chiesa della Madonna delle Grotte nel1600 in una grotta nella zona di Rocca di Corno fu ritrovata una immagine dipinta della Vergine Maria. Nel luogo del ritrovamento fu costruito un santuario. La statua della Madonna delle Grotte in maggio è portata in processione dal Santuario alla Collegiata di Antrodoco, e riportata al Santuario il lunedì successivo alla Pentecoste 

Musei il Museo Cittadino intitolato al pittore locale Carlo Cesi e il Museo Storico Militare Lin Dlija

Piazza del Popolo al centro si trova una fontana del 1975. Un lato è occupato da Palazzo Pallini con l’intera facciata in stile liberty.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Il territorio è caratterizzato da un paesaggio montano con fitti boschi di faggio e carpino. Nelle Gole tra i Monti Reatini e del Cicolano scorrono le acque del Velino. Si possono percorrere sentieri fino alle vette più alte, ma anche fare escursioni meno impegnative come la risalita delle Gole fino a Sigillo o la passeggiata tra i castagneti dei Marroni Antrodocani. 

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞

La distilleria Pallini nasce ad Antrodoco nel 1875. Il fondatore, Nicola Pallini, è un giovane di umili origini, ma intraprendente nel commercio infatti a 20 anni è già un venditore affermato nei mercati delle Marche ed d’ Abruzzo. L’attività cresce e permette il trasferimento dell’azienda nel grande palazzo sulla piazza centrale del paese, che diventa emporio, banca ed abitazione della famiglia Pallini. Nell’azienda entrano i figli Virgilio e Fidelio che continueranno l’attività separando il settore dei liquori da quello dei tessuti. Nel 1922, in convalescenza dalla leva dopo la I guerra Mondiale, Virgilio si trasferisce a Roma e nasce la I.L.A.R. Industria Liquori Antrodoco Roma. 

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Carnevale antrodocano

Maggio: Festa Madonna delle Grotte

Giugno: Festa di San Giovanni

Luglio: Castaldato Interocrino in Festa, Festa di Sant’Anna

Agosto: Sagra degli Stracci

Novembre: Festa d’Autunno

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Castagna antrodocana

Stracci antrodocani

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

Link del Comune: https://www.comunediantrodoco.it/ 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗔𝘀𝗰𝗿𝗲𝗮

Terra di guerra e panorami suggestivi

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Ascrea sembra provenire dal nome personale latino Ascreius

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza 757 m slm

Area 13,98 km²

Abitanti 212

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il Comune è situato nella media Valle del Turano su uno sperone del Monte Filone e alle pendici del Monte Navegna. Fa parte della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Il castrum nasce fra il 1000 e 1100 come feudo imperiale annesso alla baronia dei Collalto, e si è sviluppato dal progressivo abbandono dei preesistenti borghi rurali di Mirandella e Bulgaretta. Nel 1440 il feudo fu venduto ai Mareri sotto i quali la rocca divenne un covo di briganti. Per ripristinare un sicuro transito di uomini e merci tra la valle del Turano e il Regno di Napoli, nel 1568 il Pontefice ordinò la demolizione della rocca. La complicità tra i Mareri e i briganti non fu stroncata, perciò nel 1615 Marzio Mareri fu condannato a morte dall’autorità papale e i suoi feudi confiscati. Il feudo torna ai Mareri e il matrimonio con la reatina Colomba Vincenti dette origine alla famiglia Vincenti Mareri. Ascrea durante la dominazione francese in Italia (1789/1806) fu segnata dai combattimenti tra le truppe napoleoniche e la coalizione antifrancese. Con il Regno d’Italia il comune passò alla provincia di Perugia, poi alla provincia di Roma e nel 1927 fu incluso nella provincia di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Chiesa di San Nicola del 1252, ospita trittici di pregio e affreschi del 1500.

Ruderi di Mirandella: resti del nucleo fortificato d’epoca medioevale.

Chiesa di San Giovanni Battista e Palazzo Turchetti nella frazione di Stipes, presenta architetture di un certo pregio. 

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Vi sono sentieri per trekking e mountain bike tra ampi panorami di borghi, laghi, boschi, montagne che portano al fosso di Valloppio, a Fonte le Forche e ai Ruderi di Mirandella. Nelle alte quote sono ospitate le aquile reali durante la nidificazione

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Il Ballo delle Pupazze è una tradizione della antica cultura contadina che cercava presagi sui futuri raccolti scrutando le fiamme che avvolgevano le pupazze.

La Festa delle Chiatte è dedicata alle nubili, in dialetto chiatte.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Aprile: Festa degli Asparagi.

Agosto: Festa dell’Assunta, Ballo delle Pupazze, Sagra delle Fettuccine con funghi porcini.

Ottobre: Festa delle Chiatte.

6 Dicembre: Festa del Patrono San Nicola di Bari.

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Miele pregiato, Tartufo di Stipes, Asparagi selvatici, Fungo porcino

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

Link del Comune: https://www.comune.ascrea.ri.it/ 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶...  𝗕𝗲𝗹𝗺𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗦𝗮𝗯𝗶𝗻𝗮

La vedetta dei Monti Sabini e del Turano

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼

Il nome di Belmonte deriva dalla collocazione del borgo su una cresta collinare

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Altezza 756 m

Area 23,64 km2

Abitanti 636

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 

Si trova su un costone dei monti Sabini che dividono la Valle Santa dalla Valle del Turano.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 

In località Grotte Zoccani sono visibili reperti di insediamenti umani risalenti al neolitico. In epoca preromana, nel luogo dove sorge Belmonte era presente Palatium, antica città dagli Aborigeni. La presenza delle Mura Ciclopiche in località Terze Ville e la struttura del centro storico attestano la preersistenza del borgo anche in epoca romana. Il Castrum Belmontis nasce nella fase medievale dell’incastellamento come rocca di difesa e feudo della Chiesa. I primi feudatari furono i Brancaleoni, ai quali succedettero i Cesarini. Essi ampliarono il feudo con l’acquisizione di territori alienati ad altre famiglie. Nel 1483 Belmonte subì l’assedio dei Reatini accorsi in aiuto dei massari ribelli all’autoritarismo dei Cesarini. Nei secoli successivi divenne feudo dei Mattei e dei Lante della Rovere. Con il Regno d’Italia la denominazione diventa Belmonte in Sabina. Fece parte della provincia di Perugia, poi di Roma e nel 1927 di Rieti.  

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Mura Ciclopiche muraglione costruito con blocchi di pietra calcarea di forma poligonale; sosteneva un terrazzamento a destinazione agricola o abitativa.

Chiesa di San Salvatore presenta un affresco del 1500 e una copia dell’Arcangelo Gabriele di Guido Reni. Nella Chiesa si trovava la croce processionale di argento cesellato da un orafo del 1500, attualmente custodita presso il museo diocesano di Rieti

Chiesa della Madonnella di architettura romanica.

Chiesa di Sant’Elena Antica eretta nel 700 su un tempietto romano, di cui restano elementi architettonici in marmo.

Chiesa del Convento di San Nicola con affreschi del 1500.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Il paesaggio presenta boschi incontaminati, tratti pianeggianti e declivi con percorsi adatti al ciclismo e mototurismo. È attraversato dalla Strada del tartufo e della castagna e dal Cammino di Francesco. 

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

La Sagra del Turchetto prevede convegni, mostre, giornate ecologiche, spettacoli musicali e teatrali di gruppi locali. 

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Giugno: Festa di Sant’Antonio

Agosto: Sagra del Turchetto, Festa della Madonna, Festa della Pizza

Settembre: Festa di Maria SS. Della Croce

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Turchetto, tipico dolce di farina di farro e nocciole a forma di losanga

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

http://www.comune.belmonteinsabina.ri.it/  

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗕𝗼𝗿𝗯𝗼𝗻𝗮*

Conca verde coronata da catene montuose

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Prende il nome da Santa Croce in Burbone, chiesa alla quale facevano riferimento le ville della zona; le quali nel 1290 si aggregarono in un unico centro organizzato.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza 760 m s.l.m.

Area 47,95 km2

Abitanti 576

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il borgo dell’alta valle del Velino si sviluppa in una conca formata dal fiume Ratto, circondata dalle catene del Terminillo, della Laga, del Gran Sasso.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Nel territorio sono presenti resti di popolamento umano risalenti al neolitico, ai Sabini e ai Romani. La prima testimonianza della esistenza di Borbona si trova in una bolla papale del 1153, in cui si parla della pieve di Santa Croce in Burbone, punto di riferimento di case sparse nella zona. Nel 1294 il vicino Castello di Machilone fu distrutto dagli Aquilani; le genti di quel feudo si riunirono per formare un vero e proprio centro organizzato. La parte più antica è situata su uno sperone roccioso chiamato Lama o Terra. Nel 1300 il borgo era uno dei 99 castelli de L’Aquila compresi nel Regno angioino. Dalla Cronaca Aquilana sappiamo che nel 1423 fu coinvolto nella guerra tra angioini e aragonesi. Nel 1570 entrò nei possedimenti di Margherita d’Austria che favori l’incremento economico-sociale di Borbona. Nel 1703 fu distrutta dal terremoto e ricostruita nel 1731 dai Borboni di Napoli. Nel 1927 passò dalla provincia de L'Aquila a quella di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Parco della Rimenbranza, sacrario dei caduti nella prima e seconda guerra mondiale

Santuario di Santa Maria del Monte immerso in una pineta a mille metri di altezza

Chiesa S.Anna alla Terra del 1400, arricchita da dipinti del 1500 e del 1600 e da un altare barocco

Parrocchia di Santa Croce riale al 1000, distrutta dal terremoto del 1703, fu ricostruita nel 1732.

Santa Maria Assunta del 1500, a navata unica con il presbiterio sormontato da una cupola.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Lo scenario naturale è dominato da pascoli, boschi di faggi e castagni. E' possibile percorrere a piedi, a cavallo e in mountain-bike itinerari che ricalcano i percorsi medioevali.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Al Festival Regionale di Canto a Braccio partecipano improvvisatori del centro Italia con un ricco repertorio di canti e balli della tradizione contadina e pastorale.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Maggio: Festa di Santa Restituta

Giugno: Festa della Madonna del Monte

Agosto: Fiera di Ferragosto

Settembre: Canto a Braccio

Ottobre: Sagra del Fagiolo borbontino, “Piovono Libri”

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Fagiolo borbontino (prodotto IGP)

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.borbona.rieti.it/ 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗕𝗼𝗿𝗴𝗼 𝗩𝗲𝗹𝗶𝗻𝗼

Antica residenza dei Flavi lungo il fiume Velino

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼

Viario: nome del primo insediamento umano di epoca preromana. Rifugio dei pastori provenienti dalla Sabina, prese il nome di Borghetto, nel 1863 Borgo Velino.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Altezza 460

Area 18,29 km2

Abitanti 925

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il borgo è situato alla base del gruppo montuoso del Monte Nuria, in un tratto pianeggiante lungo il fiume Velino e all’imbocco della Piana di San Vittorino.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Il primo insediamento umano è stato Viario, in epoca preromana, fin dal tempo dei Pelasgi e luogo di sosta dei pastori sabini. Nel primo secolo dopo Cristo in quel sito era presente la dimora della Dinastia dei Flavi. L’attuale abitato sarebbe stato fondato nel 1300 dagli abitanti del castello di Forca Pretula, distrutto dalle milizie di Cittaducale, e appartenuto per lungo tempo al Regno di Napoli.  Nel 1539 fu inserito tra i domini di Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, sposa di Ottavio Farnese e ai Farnese rimase fino al 1731. Nel 1642 nella storia del borgo compare la figura di Giulio Pezzola, brigante filospagnolo. Nel 1798 nella località stazionarono gli accampamenti dell’esercito napoleonico. Fu aggregata ad Antrodoco nel 1938, divenne Comune nel 1957.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Ninfeo dei Flavi, resti della villa romana dimora della famiglia imperiale dei Flavi

Convento della Valle, ospitò San Francesco

Chiesa di San Matteo costruita nel 1700, con pavimento policromo e preziose decorazioni della cupola, 

Chiesa dei Santi Dionigi, Rustico ed Eleuterio edificata in stile romanico, sui resti di un antico tempio dedicato a Diana

Chiesa di Santa Lucia

Palazzo Pezzola dimora del brigante Giulio Pezzola

Fontana romanica dedicata a Margherita D’Austria

Torre del Cassero, resti di una struttura difensiva del 1400

Museo comunale con sezioni dedicate al mondo contadino, alla flora e fauna locale. Raccoglie affreschi e oggetti d’arte sacra.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Dalle Vette del Monte Nuria si scende verso la zona dei pascoli e dei fitti boschi di faggi, castagni, querce. Nella fertile Piana di San Vittorino, grazie alla abbondanza di acqua, predominano salici, ontani, pioppi e coltivazioni.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

L’Associazione degli Sbandieratori e Musici di Borgo Velino, fondata nel 1974, tramanda l’antica arte del gioco delle bandiere. Si esibisce in costumi medievali nelle piazze italiane ed estere.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Eventi dell’Agosto Borghettano

Settembre: Festa Maria SS del S. Amore

Ottobre: Festa di San Dionigi

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Pizza per terra

Marrone antrodocano

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

http://www.comune.borgovelino.ri.it/ 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗕𝗼𝗿𝗴𝗼𝗿𝗼𝘀𝗲

Contaminazione tra Lazio e Abruzzo nel cuore dell’Appennino centrale

Toponimo

Il nome originale era Borgocollefegato, dovuto alla vicinanza di Colle Fegato che faceva parte dell’Abruzzo Ulteriore. Nel 1960 il nome venne cambiato in Borgorose in riferimento al vicino Monte Rosa.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Altitudine 732 m s.l.m.

Area 145,80 km²

Abitanti 4218

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il Comune è inserito nella Riserva Regionale Montagne della Duchessa, sottogruppo montuoso dei monti del Cicolano, e si sviluppa tra la vasta piana di Corvaro e il corso del fiume Salto. 

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Come testimoniano resti di antichi vici di epoca preromana il Cicolano prende nome dagli Aequicoli, popolazione che proveniva dalle valli del fiume Aniene. La conquista romana del Cicolano iniziata al tempo di Tarquinio Prisco, portò alla distruzione delle fortificazioni di altura che gli Equi utilizzavano per la transumanza verticale, e alla edificazione, nella zona pianeggiante di Corvaro, di villae romane destinate allo sfruttamento del latifondo. Durante l’epoca augustea il Cicolano fu diviso in due Municipia, Cliternia e la Res Publicae Aequicolanorum, di cui faceva parte Borgorose. Con la caduta dell’Impero Romano e le conseguenti invasioni barbariche, si formarono i primi centri incastellati e nel 900 nacquero i paesi che oggi fanno parte del Comune di Borgorose, alcuni avevano lo status di castrum, altri di villae. L‘alto medioevo fu caratterizzato dall’influenza del monachesimo benedettino riconducibile  all’Abbazia di Farfa il cui patrimonio fu incrementato dalle numerose donazioni della aristocrazia longobarda e dei Franchi. Infatti all’inizio del 700 il territorio di Borgorose era parte del Ducato di Spoleto e nel 725 il Duca Trasamondo ne fece dono all’Abbazia di Farfa. Alla fine del 900 questi territori furono devastati dai Saraceni, alla fine del Mille il potere dell’Abbazia di Farfa entra in declino anche per la conquista normanna. in seguito Borgorose entrò a fare parte della Curia di Rieti, successivamente passò al Regno di Napoli che la affidò ai Mareri, nel 1400 tornò definitivamente a Napoli affidato questa volta ai Colonna e ai Barberini. Il territorio fu al centro di tragiche vicende di brigantaggio ad opera di Bernardino Viola dall’Unità d’Italia fino al 1870. Nel 1927 il governo fascista distaccò il borgo dalla Provincia de L’Aquila per inserirlo nella provincia di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Sant’Anatolia santuario costruito nel 1877 nel luogo del martirio della Santa avvenuto nel 251. Presenta una facciata neoclassica. L’interno, a tre navate, contiene una piccola cappella con l’immagine della Santa del 600.

Fontanili di Sant’Anatolia sono 14 fontanili restaurati. Di particolare interesse sono la Fonte di Acqua Santa, il Fontanile Quattrocento, Fonte Cantu Riu e Fonte Lisandrella.

Sant’Anastasia la chiesa è citata in una bolla di Anastasio IV del 1153. Nel 1700 fu arricchita con materiali provenienti dalla cappella di San Giovanni in Leopardis. L’antico portale è sormontato da un rosone affiancato da bifore. A navata unica, conserva pregiate tele del 1600 e 1700.

Santa Maria delle Grazie in Collefegato, costruita sopra i ruderi di una villa romana di cui resta un muro in opera poligonale.

San Mauro in Fano del 1100 costruito su un tempio equicolo, fanum, da cui deriva il toponimo. 

Madonna di Malito antico santuario a 1000 m di altezza, custodisce una Madonna con Bambino su legno di pioppo ritrovata in un romitorio su Monte Costa.

Rocca di Corvaro resti dell’antico castello sulle propaggini del Monte Cava. Rimane parte di una torre a pianta circolare e parti del muro di cinta con feritoie.

Museo Archeologico del Cicolano a Corvaro dove sono custoditi i reperti archeologici degli scavi eseguiti nella zona.

Eremo di San Nicola grotta naturale alle pendici del Colle Mauro. All’interno è visibile un altare con iscrizione in carattere gotico: Domina Margharita hoc hopus fieri fecit riferita a Margherita d’Austria che soggiornò in quei territori entrati in suo possesso su donazione del padre, l’imperatore Carlo V.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Il lago della Duchessa, è formato da due doline di origine carsica ed è un lago in alta quota. Nel bacino, alimentato solo da acqua e neve, vive e si riproduce il tritone crestato e i cespugli di ginepro nano ospitano la Vipera dell’Orsini.

Valle del torrente Apa e Cascate di Malito ricca di vegetazione, la valle raccoglie faggete, boschi di cerro e carpino nero, ornello e castagno. Lungo il torrente si incontrano il salice ripaiolo e il salice rosso.

Il borgo di Cartore alle pendici della Duchessa, è il punto di partenza dei tutti gli itinerari della Riserva.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Il territorio è attraversato dal Cammino dei Briganti, un itinerario circolare di 108 km tra Marsica e Cicolano, che fa tappa in 18 borghi.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Marzo/Aprile: Festa di Sant’Anastasia 

VIII di Pasqua: Festa di San Francesco e San Rocco a Corvaro

Giugno: Evento Birra del Borgo

Luglio/Agosto: Festa di Sant’Anatolia, Festa di San Rocco e Sant’Anastasia, Festa della Madonna di Malito

Settembre: Festa dell’Organetto

Ottobre: Mostra e Rassegna Equina TPR

Novembre: Festa di Santa Caterina a Corvaro

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Pecorino, Caciata, Coratella, Carne Chianina, Pane con Patate, Caucioni, Murzitti, Zafferano, Tartufi, Funghi e Lenticchie, Birra del Borgo

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

http://www.comuneborgorose.ri.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶𝗰𝗲

Dove il sole tramonta sui laghi dorati 

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼

Deriva dalla contrazione tra il termine greco KATÁ (presso) e il termine latino ÍLÈX (leccio)

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza 660 m s.l.m.

Area 37,62 km²

Abitanti 2.438

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il borgo situato in posizione isolata e inespugnabile si affaccia su un paesaggio con diverse vedute: la Valle Santa con i suoi seminativi, filari di viti e olivi; il Lago Lungo, il Lago di Ripasottile e il Lago di Ventina; i Monti Sabini e la vetta del Tancia.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

L’origine di Cantalice si fa risalire all’Alto medioevo quando in seguito alle incursioni dei Saraceni gli abitanti di alcune strutture urbanistiche come Rocca di Sopra, Rocca di Sotto, Rocchetta disposte lungo un declivio collinare, si riunirono in un unico luogo fortificato che chiamarono Cantalice. La sua storia è caratterizzata da conflitti secolari con i castelli vicini e con Rieti che ambivano alla conquista del borgo per le risorse idriche ed economiche dei laghi. Cantalice riuscì a difendersi grazie alla posizione accidentata del ripido sperone dove è collocata, alle fortificazioni e all’alleanza con Cittaducale. Nel 1200 la Diocesi di Rieti, compreso il territorio di Cantalice, era annessa allo Stato Pontificio che però nel 1253 concesse il feudo al Re di Napoli Carlo d’Angiò come compenso per l’aiuto ricevuto contro i ghibellini italiani sostenitori della casata di Svevia. Nel 1300 Rieti mise in atto una politica di aggressione per inserire Cantalice nella sua giurisdizione. Per difendersi dagli attacchi di Rieti e dei feudi limitrofi Cantalice collaborò con Carlo II d’Angiò nel fondare Cittaducale nel 1308. Nel corso del 1400 per una serie di accordi politici, il re di Napoli cedette Cantalice e Cittaducale al Papato in cambio del governo di Terracina e Benevento, ma dopo poco tempo Cantalice rientrò nel Regno di Napoli. Nel 1485 il borgo, rafforzata l’alleanza con Cittaducale, rimase sotto il Regno di Napoli essendo ostile al Papato che l’avrebbe sottomessa a Rieti. Anche Cittaducale non tollerava il Papato perché sostenitore della politica aggressiva de L’Aquila. Seguì un lungo periodo di lotte anche per contrasti con Poggio Bustone e Rivodutri fomentati da Rieti. Nel 1500 Carlo V donò il feudo di Cantalice alla figlia Margherita D’Austria, che provvide a proteggere la zona dalle scorrerie dei briganti e a rimuovere ogni causa di antagonismo con Rieti. Deceduta Margherita  Cantalice passò ai Farnese per eredità. Al periodo farnese seguì un tempo di disordini a causa delle lotte tra le famiglie cantaliciane e delle incursioni dei briganti, fino al suo rientro nel Regno di Napoli.  Nel 1799 fu saccheggiata dall’esercito francese. Con il Regno d’Italia passò alla provincia de L’Aquila e nel 1928 venne aggregata al Comune di Rieti fino al 1946 quando riacquistò l’autonomia. 

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Chiesa della Pace risalente al 1400, è arricchito da affreschi e da un soffitto a cassettoni del 1700.

Porta da Capo con epigrafe che risale a Carlo V

Chiesa di San Felice di stile barocco con pianta a croce latina. Nella cupola sono raffigurati i miracoli del Santo. Custodisce un organo a canne del 1700. 

Torrione del Cassero restaurato e fornito di una cisterna interna, in posizione dominante di avvistamento.

Palazzo Ramacogi la cui facciata esterna è abbellita da una loggia cinquecentesca con cinque arcate. Sopra al portone di ingresso è riportato lo stemma della famiglia raffigurante uno scudo con una rosa.

Scalinata di Cantalice attraversa il paese dalla cima fino alla Piazza di Cantalice Inferiore, lambendo le case in pietra, scale, fontane e chiesette.

Chiesa di Santa Maria del Popolo, dotata di un antico portico e di un portale del 1548. A tre navate, espone sopra l’altare maggiore una tela del 1600 e custodisce due monumenti funebri.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Nel territorio di Cantalice sono presenti ‘a Cerella, un antichissimo acero monumentale e La Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile. Il percorso naturalistico che si snoda intorno a questi utimi è fornito di palafitte che consentono di fotografare la fauna lacustre. Un altro percorso abbraccia le montagne intorno al Terminillo fino a Leonessa. Inoltre è possibile raggiungere in mountain bike il Passo del Lupo tra boschi e panorami incantevoli. Il paese è inserito nell’itinerario del Cammino di Francesco

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Una leggenda racconta che Felice Porri, mentre era impegnato con altri giovani nel duro lavoro dei campi sotto un sole cocente, sentì i suoi compagni imprecare contro Dio. Felice nel chiedere perdono per loro colpì la terra con il bastone. In quel punto sgorgò miracolosamente una sorgente d’acqua. Dove il Santo compì il miracolo è stato eretto un Santuario che prende il nome di San Felice all’Acqua. 

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Marzo: Festa di San Giuseppe, Rievocazione Miracolo delle Fave

Aprile: Festa Santissima Maria delle Grazie

Maggio: Festeggiamenti per San Felice da Cantalice, San Liberato

Giugno: Festa Madonna della Grandine, Sant’Antonio da Padova

Luglio/Agosto: Eventi dell’Estate Cantaliciana

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Le Strengozze

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.cantalice.ri.it/ 

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝗻𝘁𝗮𝗹𝘂𝗽𝗼 𝗶𝗻 𝗦𝗮𝗯𝗶𝗻𝗮

Museo a cielo aperto

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Fusione di due centri abitati nella fase di costruzione del Castrum: Chantia e Lugo. Secondo la leggenda, un lupo ululando sembrava cantare.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza 297 m

Area 10,62 km2

Abitanti 1.656

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il borgo si trova in collina tra i torrenti Aia e Galantina e tra i Monti Reatini e il Tevere

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Cantalupo sorge sui resti di ville di epoca romana e sulle fondamenta di due piccoli villaggi nati dopo la caduta dell’Impero Romano. Durante le invasioni barbariche tra 700 e 800 si unirono nel Castrum Cantalupi, citato nel 1037 per la prima volta nel Regesto Farfense. Nel 1200 e 1300 il feudo appartenente ai Conti di Sant’Eustachio che costruirono il Palatium, mentre per tutto il 1400 rimase ai Savelli. Si susseguirono diversi feudatari fino al 1800 quando fu acquistato dal Patriziato Sabino. Nel 1862 Giovanni Camuccini, figlio del pittore neoclassico Vincenzo, acquistò e trasformò l’antico Palatium in museo. Nel 1861 il borgo entra nel regno d’Italia, nel 1927 fu aggregato a Casperia e nel 1940 divenne autonomo Comune.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Porta Maggiore o dell’Orologio presenta due statue in marmo del 1500 dedicate a Mercurio e Minerva.

Palazzo Camuccini rinascimentale ma rielaborato secondo lo stile vignolesco, con porticato dorico, loggia ionica, e affreschi della scuola degli Zuccari.

Parco Camuccini collegato al Castello con un ponte pedonale.

Chiesa Maria SS Assunta un’unica navata, a pianta ovale e abside semicircolare con cappelline, tabernacolo e urna funeraria di epoca romana L’ altare maggiore con colonne di cipollino verde è abbellito da un quadro con cornice di marmo.

Chiesa di San Girolamo del 1400.

Chiesa di San Biagio con facciata a capanna con pilastri di ordine dorico

Chiesa di Sant’Adamo del 1150. Facciata a capanna e campanile a vela centrale.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Presenta una copertura arborea costituita da macchia mediterranea. Piste ciclabili e la vicinanza ai monti Tancia e Pizzuto rendono possibili escursioni sportive.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

La Rassegna di ipotesi espressive è occasione per sperimentare nuove esperienze creative. Di particolare interesse una raccolta di versi e ricordi di Mario Verdone ispirati dal suo buen retiro a Cantalupo. 

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Maggio: Processione di Sant’Adamo

Luglio/Agosto: Rassegna Cinematografica, Terra Folk, Sagra degli gnocchi, Sagra del melone

Ottobre: Festa dell’Olio

Tipicità

Melone Cantalupo (retato) - Olio d’oliva Dop

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

http://www.comune.cantalupoinsabina.ri.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝘀𝗮𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮

Il piccolo borgo fortificato

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Deriva dal termine Casa con l’aggiunta del nome di persona Perotis/Perotae di non chiara origine.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza: 523 m s.l.m.

Area: 14,55 km2

Abitanti: 692

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Casaprota è un centro agricolo posto su una ramificazione dei Monti Sabini tra l’alto bacino del torrente Farfa e il fosso Montenero. Il Comune comprende anche la comunità di Collelungo.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

La zona dall’età preromana, è stata attraversata da antiche strade di transumanza. Reperti del periodo romano attestano la presenza di villae rusticae nella zona. Nel 900 il fundus Casaprotae apparteneva ai monaci dell’Abbazia di Farfa che fondarono il castello. Durante il Medioevo i Signori che si succedettero incrementarono la coltivazione dell’ulivo e la presenza di mulini nell’alveo del fiume Farfa. Nel 1100 il castrum risulta della casata De Romania; nel 1300 passato ai Brancaleoni per poi divenire comunità autonoma. Nel 1476 passò agli Orsini, successivamente ai Gentili Vincenzi e ai Savelli. Nel 1604 Casaprota fu incamerato dalla Camera Apostolica. Durante il dominio napoleonico insieme a Collelungo fu assegnato al dipartimento del Clitunno e poi al Dipartimento di Roma. Con la Restaurazione nel 1816 lo Stato Pontificio lo appoggiò a Poggio Mirteto e Fara Sabina. Annesso al Regno d’Italia appartenne alla Provincia di Perugia fino al 1927 quando passò alla provincia di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Porta d’accesso delle mura difensive con i cardi in pietra e la volta a botte. 

Il Castello mostra una facciata aperta da una serie di finestre del 1500, con un torrione del 1300. 

La Chiesa di San Domenico. Nel pavimento in cotto due botole testimoniano l’antico uso cimiteriale delle chiese. 

Santa Maria delle Grazie costruita nel 1500 presenta un interno intonacato in bianco e un altare sormontato da un dipinto. 

Santa Maria della Neve, nella frazione di Collelungo, risale al 1500 e conserva dipinti del 1600. 

San Clemente custodisce un affresco del 1613.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Paesaggio caratterizzato da olivi secolari. È attraversato dalla Via di Francesco nel tratto che da Ornaro porta a Frasso Sabino.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Le sorgenti de Le Capore sono la seconda fonte del grande acquedotto del Peschiera che rifornisce di acqua anche le capitale.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Gennaio: Sagra della Bruschetta

Luglio: Rassegna Cinema Estate

Agosto: Sagra Fettuccine ai Porcini

Settembre: Festa del Patrono San Michele Arcangelo

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Olio della Sabina DOP

Funghi

Sardapadelle

Fregnacce

Maccaruni a Fezze

Frittata co e Veticchie

Panciallu

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.casaprota.ri.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗮

Il borgo millenario citato nell’Eneide

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼

Aspra Sabina è il nome medievale e riconduce all’omonimo Monte Aspra su cui sorge. Nel 1947 riprende il nome originario Casperia=città dei Caspi

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Altitudine 397 m

Area 25,31 km2

Abitanti 1.178

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 

Il Comune occupa una zona di collina interna tra la riva sinistra del Tevere e il versante ovest dei Monti Sabini. Include cime superiori a 1200 metri.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 

In epoca protostorica dal Mar Caspio, Sabo, da cui il nome Sabina, e il suo seguito sarebbero pervenuti nel territorio dell’attuale Casperia dove fondarono la loro prima città, citata da Virgilio nel racconto della guerra tra Turno e Latino nell’Eneide. Sono stati ritrovati resti di acquedotti del 400 aC e di villae rusticae del I° secolo dC in località Paranzano e Legarano. Con le invasioni barbariche la popolazione costruì un borgo fortificato sul Monte Aspra. Da libero Comune, nel 1278 Aspra entrò nei domini della Santa Sede e nel 1347 Cola di Rienzo fu suo podestà. Tra 1400 e 1500 divenne feudo dei Savelli e degli Orsini. Nel 1592 Aspra tornò sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio fino all’Unità d’Italia.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

La Cinta Muraria del 1282 con Porta Santa Maria e Porta Romana, l’Arco Vecchio o Arco di Mezzo

Chiesa di San Giovanni Battista a tre navate, con torre romanica e affreschi del 1300, un dipinto su pala del 1524, una statua lignea di San Sebastiano e un monumentale organo del 1600

Chiesa SS. Annunziata con facciata barocca del 1600, quattro altari, cappelle e pale dipinte.

Palazzo Forani edificato alla fine del 1500 dalla famiglia Bruschi, con fregi, stucchi e pareti affrescate. È stato inserito nella Rete delle Dimore Storiche del Lazio.

Convento Montefiolo costruito nel 1580 dai baroni Savelli.

Chiesa di S. Maria in Legarano edificata nell’Alto Medioevo sui resti di una villa rustica romana, con molte e notevoli opere d’arte.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

La zona presenta pregiati oliveti sulle colline e quattro alberi monumentali. A 1054 metri si trova Fonte Cognolo, la sorgente più importane di tutta la catena montuosa 

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Casperia è stata insignita della Bandiera Arancione per l’integrità della cinta muraria con le due porte antiche, le case a torre, i palazzi signorili, il labirinto di viuzze

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Giugno: Festa di San Giovanni Battista

Agosto: Sagra degli stringozzi

Ottobre: Sagra della Polenta

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Amaretto casperiano, una meringa a base di uovo e nocciole tostate

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

http://www.comunedicasperia.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹 𝗱𝗶 𝗧𝗼𝗿𝗮 

La perla del Turano

Toponimo

Il feudo era denominato Castelvecchio. Dal 1864 assume il nome attuale. Deriva da Thora o Thyra nome di un antico pagus sabino e poi romano.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altitudine 607 mslm

Area 15,49 km²

Abitanti 266

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il Comune, raccolto intorno a un colle sulla sponda del Lago artificiale del Turano, si trova nella Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Reperti archeologici testimoniano un popolamento preistorico e in epoca romana, ma la struttura del borgo è tipicamente medievale. Il castello, costruito dai Longobardi intorno al Mille, è citato nel 1035 nei documenti farfensi come Castrum Vetus de Ophiano Nel 1092 fu donato all’Abbazia di Farfa insieme all’antico e prospiciente Castrum Antoni. Fu poi dei Brancaleoni e dei Mareri. Nel 1268 il borgo offrì rifugio a Corradino di Svevia, braccato dagli Angioini. Annesso nel 1440 allo Stato Pontificio, il feudo passò agli Estouteville, agli Orsini e ai Borghese fino all’abolizione napoleonica dei feudi. Dopo il 1870 fu assegnato a Perugia, poi a Roma e infine a Rieti. Nel 1935 fu costruita la diga di Posticciola e creato il lago artificiale del Turano.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Torre poligonale dell’anno Mille, era il mastio del Castello

Chiesa di San Giovanni Evangelista del 1600, presenta un’abside affrescata 

Fontana del Tritone del 1898, totalmente in pietra

Santuario di Sant’Anatolia eretto nel 1870 nel luogo del martirio della cristiana Anatolia

Il Borgo di Antuni antico Castrum Antoni, sul monte prospiciente Castel di Tora e si protende su un sottile istmo verso il Lago Turano. 

Palazzo del Drago nel Borgo di Antuni. Distrutto dai bombardamenti americani del 1944, sono stati restaurati il portone, i bastioni e i contrafforti originali, le sale affrescate e le 365 finestre.

Eremo di S. Salvatore grotta naturale con altare e affreschi.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Paesaggio fitto di boschi, pascoli e cascate. Sono possibili escursioni a piedi, a cavallo, in bicicletta, giri in barca o canoa sul lago. Un percorso conduce alle Vallocchie, cascata su pietre calcaree immerse nel verde.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Il Lago Turano contiene 163 milioni di metri cubi d’acqua. È collegato al bacino artificiale del Lago del Salto con una galleria di 9 chilometri.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

I° dom. Quaresima: Il Polentone

Luglio Processione di Sant’Anatolia

Agosto Mangiando sotto le stelle

Settembre: Sagra degli Strigliozzi 

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Pecorino, tartufi, funghi porcini - Pesce di lago - Fagioli a pisello

Ravioli con ricotta di pecora, gnocchi con selvaggina

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.castelditora.ri.it/

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹 𝗦𝗮𝗻𝘁'𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼

Il borgo dalle mille acque sotterranee

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Castel si riferisce alla presenza di una fortezza, Sant’Angelo è legato al culto del Santo. 

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Informazioni

Altezza 581 m

Area 31,27 km2

Abitanti 1.174

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 

Territorio montuoso caratterizzato da fenomeni carsici, con doline e inghiottitoi. Il borgo domina sulla Piana di San Vittorino attraversata dal Fiume Velino.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Storici di epoca romana narrano che la zona intorno a Cutilia fu popolata dagli Aborigeni, poi dai Sabini e in seguito dai Romani.

L’abitato ha origine nell’800 come fortezza dei Longobardi. Nel 1200 il feudo appartenne al Regno di Napoli, incluso nel giustizierato dell’Aquila. Nel 1539 l’imperatore Carlo V lo offrì in dote alla figlia Margherita insieme ai possedimenti d’Abruzzo. La Madama D’Austria introdusse nel borgo mulini da grano, da concia e l’industria della carta. Con la morte di Margherita il feudo fu ereditato dai Farnese. Nel 1600 rientrò nel Regno di Napoli e reintegrato nel distretto dell’Aquila fino al 1861. Nel 1927 diventa Comune della Provincia di Rieti

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

La Torre e resti delle Mura Medievali: una porta d’accesso con arco a sesto acuto

Chiesa di Santa Maria della Porta con una facciata medievale, tre navate con archetti affrescati, l’altare maggiore con colonne di marmo, il fonte battesimale in pietra. 

Chiesa di San Biagio di struttura romanica, con portale del 1564 formato da un timpano decorato. Presenta tre navate e sei altari e una tela del 1500.

Chiesa di San Rocco di origini altomedioevali

Sito di Acquae Cutiliae presso le Terme dei Flavi, delle quali rimane un muro imponente, probabilmente il terrazzamento di un impianto termale

Lago di Paterno antico bacino idrico di Cutilia, lago sacro alla dea Vacuna

Peschio del Principe ruderi di una fortezza difensiva medievale.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Zona ricca di sorgenti e di laghi: il Lago dei Cigni, il lago Paterno, e un piccolo lago di acqua sulfurea. È possibile attività di trekking in direzione dei Monti della Laga, Monte Giano, fino al Gran Sasso.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Nel luogo sono situate le Sorgenti del Peschiera che producono 18.000 litri di acqua al secondo e riforniscono di acqua anche la città di Roma

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Aprile: Festa delle Sorgenti

Agosto: Le vecchie Cantine di Ponte, Festa della Pupazza

Settembre: Festa della Madonna della Stella (Canetra)

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Sagne della nonna 

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.castelsantangelo.ri.it/it

"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶... 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗙𝗮𝗿𝗳𝗮

Tra architetture medievali e cultura olivicola

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Castellum Novum, dal 1863 Castelnuovo di Farfa, dall’omonimo fiume e dalla vicina Abbazia.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza 358 m

Area 8,84 km2

Abitanti 1000

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

A sud dei Monti Sabini, Castelnuovo è situato su un colle circondato da valli solcate dal torrente Farfa e dal suo affluente Riana

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Sono stati rinvenuti frammenti ceramici nel sito Grotta Scura, presso il fiume Farfa, che attestano un popolamento della zona fin dall’età del Bronzo. Nell’Alto Medioevo un primo nucleo abitato si sarebbe formato intorno alla chiesa di San Donato. Fonti storiche attestano l’esistenza del primo insediamento fortificato nel 977, il Castellum Sancti Donati, poi abbandonato per le incursioni saracene. Nel 1200 l’Abbazia di Farfa volle la riedificazione di un Castrum Novum, la cui storia resterà legata alla signoria territoriale farfense, fino a quando nel 1400 non fu occupata dagli Orsini. Successivamente la famiglia Simonetti, ristrutturando vecchi edifici, diede vita al sontuoso palazzo Salustri Galli.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Chiesa Madonna degli Angeli del 1600, presenta una pianta circolare con abside e quattro cappelle.

Chiesa di San Nicola di Bari del 1700, presenta pianta ellittica a navata unica, con sei cappelle. 

Palazzo Salustri Galli risale al 1500 impreziosito da affreschi, decorazioni di pregio e da giardini all’italiana.

Museo dell’Olio della Sabina all’interno del palazzo Perelli del 1500, ospita un frantoio del 1700 e opere d’arte contemporanea ispirate all’utilizzo dell’olio nella cultura mediterranea.

Chiesa di San Donato altomedievale, è inserita nel percorso del Museo dell’Olio della Sabina.

Monumento Naturale Gole del Farfa area protetta ricca di biodiversità. Ambiente ideale per il trekking, il rafting o il canyoning. Sul fiume un antico Ponte Romano collega Castelnuovo a Mompeo.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Nel paesaggio si alternano oliveti, frutteti, filari di viti, pascoli. Sono presenti falchi pellegrini, gufi reali e la rondine montana.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

Castelnuovo fa parte della Rete Città dell’Olio, associazione nazionale dei territori in cui l’olio diventa veicolo di tradizioni e cultura.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Gennaio -Sant’Antonio Abate

1° Maggio Scampagnata con fave e pecorino

Agosto -Festa Madonna degli Angeli - -Sagra delle fregnacce alla persa

Dicembre festa di San Nicola di Bari

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Olio D.O.P. Sabina - Formaggio di pecora

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.castelnuovodifarfa.ri.it/


"𝗶𝗹 𝗺𝗮𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗼𝗿𝗴𝗼" 𝗱𝗶*... 𝗖𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝘂𝗰𝗮𝗹𝗲

Piccolo scrigno d’arte

𝗧𝗼𝗽𝗼𝗻𝗶𝗺𝗼 

Deriva dal latino Civitas Ducalis, chiamata così in onore di Roberto Duca di Calabria, figlio di Carlo II D’Angiò.

𝗜𝗻𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Altezza: 481 m s.l.m.

Area: 71,25 km²

Abitanti: 6.443

𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼

Il borgo si sviluppa sul Colle di Cerreto Piano, lungo la Via Salaria, a ovest della Piana di San Vittorino, dove scorre il Velino. Intorno si innalzano il Monte Terminillo, il gruppo montuoso del Monte Nuria e di Monte Giano.

𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

Secondo Tito Livio in epoca protostorica la media Valle del Velino sulla quale domina Cittaducale era abitata da Aborigeni e Pelasgi durante l’Età del Bronzo e in località Valle Ottara è stato rinvenuto un altro sito protostorico Il borgo attuale, chiamato Civitaducale è sorto nel 1308 per volere di Carlo II d’Angiò allo scopo di proteggere i confini settentrionali del Regno di Napoli dal Papato.

Il baluardo difensivo rimase fedele alla casata degli Angioini e, dopo le guerre del Vespro, a quella degli Aragonesi ottenendo dal Regno di Napoli il privilegio di battere moneta e appoggio militare contro gli attacchi di Rieti e de L’Aquila. Nel 1502 Cittaducale ebbe il titolo di città e divenne vescovado soppresso però nel 1818 per essere incorporato alla diocesi de L’Aquila Nel 1541 Carlo V assegnò il feudo a sua figlia Margherita d’Austria che lo rese un centro economico e politico di notevole importanza. Alla morte di Margherita i Farnese ereditarono Cittaducale e alla loro estinzione passò sotto i Borbone tornando alle dipendenze del Regno di Napoli. Con l’occupazione francese divenne sede di Sottoprefettura e venne inserita nel Secondo Abruzzo Ulteriore per tornare poi al Regno di Napoli dopo la caduta di Napoleone. Nel 1821 nella zona tra Rieti e Cittaducale avvenne quello che è considerato il primo scontro del Risorgimento tra le truppe napoletane guidate da Guglielmo Pepe e le truppe austriache. I Napoletani sconfitti attraversarono il territorio di Cittaducale per asserragliarsi ad Antrodoco.

Nel 1927 per il riordino delle circoscrizioni provinciali del Regno d’Italia, il Comune di Cittaducale passò dalla Provincia de l’Aquila alla nuova provincia di Rieti.

𝗠𝗼𝗻𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗲

Terme di Vespasiano sito articolato su quattro terrazzamenti rappresenta il più imponente complesso archeologico del II a.C, in attività fino all’epoca medievale quando furono costruiti un mulino e la Chiesa di Santa Maria di Cesoni datata nel 1100 ma certamente più antica come testimonia la presenza del campanile diroccato e strutture romane provenienti dalle terme di Vespasiano.

Mura di Cinta con possenti torri quadrangolari, tra cui la Torre Angioina con pianta a ferro di cavallo, a guardia della Porta Napoli. 

Ex Cattedrale di Santa Maria del Popolo sede della diocesi di Cittaducale fino al 1818. La facciata presenta un rosone e tre portali in stile gotico-romanico della scuola abruzzese. Restaurata in stile barocco, all’interno sono conservati la statua policroma di San Rocco del 1500, tele del 1600, un altorilievo del 1300 e un affresco nell’abside. La chiesa è affiancata da una torre a tre piani. 

Palazzo Vescovile costruito nel 1623 nella Piazza del Popolo su progetto dell’architetto Pietro Berrettini. È formato da un grande salone vescovile con affreschi dei pittori Ascanio e Vincenzo Manenti.

Palazzo della Comunità ospitò la duchessa Margherita d’Austria. Restaurato da Jacopo Barozzi detto il Vignola.

Torre Civica torre merlata a fianco del Palazzo della Comunità

Palazzo Dragonetti-De Torres in stile barocco situato lungo il Corso Superiore.

Della Chiesa originaria di Santa Cecilia restano l’antica navata, il portale in pietra del 1471 e affreschi del 1500 che raffigurano la Crocefissione e alcuni Santi

Chiesa di Sant’Agostino in Piazza del Popolo, risale al 1400. L’ingresso è situato in una parete laterale, e presenta una torre campanaria a due piani con bifore. Il portale del 1450 reca sulla lunetta un affresco di Lorenzo Torresani.

Palazzo Maoli sorge ad angolo su Piazza del Popolo, costruito nel 1700 presenta una serie di stanze affrescate da artisti di scuola napoletana. È collegato a Palazzo Caroselli, oggi sede del Comune. All’interno sono esposte le opere dell’artista Enrico Di Sisto.

Monastero di Santa Caterina d’Alessandria costruito nel 1327 comprende la Chiesa, il coro, il Museo di oggetti sacri, una biblioteca con volumi del 1500, il refettorio, le celle, l’orto, la sartoria e il forno.

Santuario di Santa Maria delle Grazie del 1700 con facciata neoclassica, a navata unica, conserva all’interno un affresco della Madonna e un affresco con la Resurrezione. Ai lati dell’altare sono poste le statue dei profeti Michele e Isaia.

Basilica di Santa Maria di Sesto dove il vescovo di Cittaducale fece collocare nel 1620 una lapide che asserisce che la chiesa si trova in umbilico Italiae.

𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮

Scenario naturale occupato a Est da rilievi montani ammantati da boschi e a Ovest dalla verde piana di San Vittorino, bordata dal Velino e da altri corsi d’acqua minori, da sorgenti e laghetti di origine carsica, bordati da pioppi e salici.

𝐂𝐮𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚' 𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐜𝐥𝐨𝐫𝐞 

A Cittaducale è presente il Complesso Bandistico di Santa Cecilia, antico di 170 anni. Molto attive la Fanfara degli Alpini e le Majorette Shiningh Stars.

𝗠𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 

Febbraio: Il Carnevale a Santa Rufina

Pasqua: La Passione

Maggio: Fiera di Santa Monica

Giugno: Sant’Antonio da Padova

Luglio: Festa di Santa Rufina e Santa Seconda, Sport Estate a Santa Rufina 

Agosto: Fiera di San Magno, Sagra del Pecorino, Agosto Angioino

Ottobre: Madonna Addolorata, Rulli e Cantine a Santa Rufina

𝐓𝐢𝐩𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚'

Sagne alla Molinara

𝐏𝐞𝐫 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮'

https://www.comune.cittaducale.ri.it/ 

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