TUTTO QUEL CHE C’È DA SAPERE SU: GREEN PASS O CERTIFICATO VERDE
- Autore: Cliente
- •
- 24 mag, 2021

Il green pass o certificato verde non ha a che fare con l’ambiente ma
richiama il verde del semaforo che indica la possibilità di passare. È
stato introdotto dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021 e dimostra di
essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid-19 o di essersi
sottoposti a tampone con esito negativo.
Il green pass serve per
spostarsi tra le regioni in fascia arancione e rossa (anche se in questa
fase l’Italia in realtà è tutta gialla), ma anche per visitare gli
anziani nelle case di riposo (Rsa).Dal15 giugno per partecipare a feste e
banchetti di nozze. Possibile il ricorso a questo certificato per
presenziare ad altri eventi, come i concerti ma anche per andare in
discoteca.
Per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall'esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Per i guariti dal Covid la certificazione verde è rilasciata «in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Il risultato negativo del tampone viene attestato dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.
Il green pass è già in vigore. I documenti rilasciati fino ad oggi (di avvenuta vaccinazione, guarigione dal covid ecc.) hanno valore di green pass nazionale. Contestualmente al rilascio, la struttura sanitaria, anche tramite i sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile la certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell'interessato. Il Lazio è una delle regioni che si sono attivate per prime. Ma tutte le regioni si stanno attrezzando. Dopo i rilievi del garante della privacy non c’è ancora chiarezza invece sul rilascio del certificato di avvenuta guarigione. Entro la seconda decade di giugno dovrebbe essere disponibile una versione anche digitale del green pass nazionale.
La durata del green pass per i vaccinati è stata portata da 6 mesi a 9 mesi «a far data dal completamento del ciclo vaccinale». È stato inoltre deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, «con validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». La durata della certificazione verde in caso di guarigione resta di sei mesi a far data dall'avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di quarantotto ore dall'esecuzione del test.
Di fatto per chi fa il vaccino di AstraZeneca (la seconda dose viene somministrata dopo circa tre mesi),il green pass ha una validità di quasi un anno. Per chi invece riceve la somministrazione di quello di Johnson&Johnson (una sola dose) la durata del documento è di 9 mesi. Per chi ricorre ai vaccini a Rna messaggero Pfizer e Moderna (richiamo dopo 42 giorni) va calcolata una durata intermedia.
Il certificato è gratuito e necessario anche per i minori per i quali sarà necessario, non essendo vaccinati, fare un tampone, dal quale sono esentati i bambini di età inferiore ai due anni.
Il green pass nazionale in attesa di quello europeo
Per viaggiare nei paesi europei le istituzioni Ue hanno raggiunto un
accordo per realizzare l’Eu Digital Covid Certificate. Attesterà se una
persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato
recente di test negativo o è guarita dall'infezione. Il pass si baserà
su un QR Code associato a un codice identificativo univoco a livello
nazionale e leggibile da tutti gli Stati Ue. Il Certificato dovrebbe
essere disponibile dal 1° luglio. E garantirà la libera circolazione tra
i Paesi Ue. Ulteriori restrizioni nei confronti dei viaggiatori
titolari del certificato non sono possibili «in linea di principio»,
tuttavia potranno essere imposte «ove necessario e in modo
proporzionato, sulla base di evidenze, con notifica alla Commissione e
ad altri Stati membri».



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