LA REGIONE LAZIO APPROVA LA LEGGE PER LA PARITÀ SALARIALE E IL SOSTEGNO DELL’OCCUPAZIONE E DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE
- Autore: Cliente
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- 21 mag, 2021

Primo in Italia, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità (33 voti) la proposta di legge “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne”. Un provvedimento che mira a favorire la parità con azioni concrete, sostenendo anche l’imprenditoria femminile e le imprese che investono nella formazione delle donne, e che arriva in un momento in cui, per effetto della pandemia, si sono allargate le disuguaglianze.
La nuova legge, composta da 22 articoli, detta dunque disposizioni finalizzate a garantire:
# il rispetto del principio di parità retributiva tra i sessi e il contrasto ai differenziali retributivi di genere;
# la permanenza, il reinserimento e l’affermazione delle donne, sia
lavoratrici dipendenti che libere professioniste, nel mercato del
lavoro;
# la valorizzazione delle competenze delle donne;
la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e l’equa distribuzione delle responsabilità di cura familiare;
# la diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria nelle imprese.
Il provvedimento prevede, per il triennio 2021-2023, uno stanziamento
regionale di 7,66 milioni di euro, che, insieme alle risorse provenienti
dalla programmazione comunitaria 2014-2020 (fondi Fse e Fesr), servirà
per sostenere molteplici misure multisettoriali destinate ad un’ampia
platea di soggetti beneficiari:
# l’istituzione della “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”;
# l’occupazione femminile stabile e di qualità, attraverso contributi
per le micro, piccole e medie imprese (MPMI) per la formazione di
neoassunte a contratto a tempo indeterminato;
# il reinserimento
sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza o con disabilità,
attraverso contributi da erogare agli enti locali per l’attuazione di
progetti di iniziativa degli enti del Terzo settore;
# la riserva a
valere sul Fondo del microcredito per le donne in situazioni di disagio
sociale, alla quale si aggiungeranno anche le risorse provenienti da
soggetti privati (ad esempio, al momento è già previsto un versamento di
90 mila euro per l’anno 2021 da parte del gruppo consiliare regionale
del Movimento 5 Stelle) e quelle provenienti dall’utilizzazione dei
fondi comunitari della nuova programmazione 2021-2027;
# il sostegno
all’accesso al credito delle piccole e medie imprese a prevalente
partecipazione femminile e delle lavoratrici autonome, nell’ambito del
Fondo di garanzia per le Pmi della legge n. 662/1996;
# l’erogazione
di buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e di caregiver e
altre azioni positive in tema di condivisione delle responsabilità di
cura e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Quest’ultima
misura prevede buoni erogati per l’acquisto di servizi di baby-sitting
per le madri lavoratrici, anche autonome, o imprenditrici, per gli
undici mesi successivi al periodo di congedo obbligatorio di maternità
ovvero al congedo parentale, purché il nucleo familiare abbia un reddito
Isee non superiore a 20 mila euro. Tali buoni potranno essere concessi,
in via sperimentale, anche ai padri lavoratori che usufruiscono del
congedo parentale, in alternativa alla madre lavoratrice.
Sarà altresì istituito un “Registro regionale delle aziende virtuose in materia di parità retributiva”, alle quali saranno attribuiti benefici economici e premialità nonché titolo preferenziale “negli appalti pubblici per l’affidamento e l’esecuzione di lavori, servizi e forniture di competenza della Regione o degli enti dalla stessa dipendenti o comunque controllati”, si legge all’articolo tre. In occasione della istituenda “Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro”, da celebrarsi ogni anno il 7 giugno, verranno premiate le aziende iscritte nel Registro regionale che si saranno particolarmente distinte nell’ambito della riduzione del divario salariale o che abbiano messo in pratica particolari e innovative azioni in materia di parità.



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